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Mostre e allestimenti

68. Oggetti e progetti per un mondo nuovo

Design e altre storie – Da INTERNI Panorama Aprile 2018

Nella sindrome da anniversari il cinquantenario del ‘68 sembra sollecitare rievocazioni e riletture che a volte superano le ragioni oggettive della ricorrenza. Nella semplificazione storica il 68 appare un anno cruciale, con un prima e un dopo che lo archiviano come un momento di cambiamento epocale. Ma fu veramente così? Credo che in vari campi il cambiamento fosse già in atto, vorticoso e pervasivo, letteratura beat, arte pop, architettura visionaria, situazionismo, design, moda e musica stavano ribollendo fin dai primi anni ‘60 con accelerazioni e ribaltamenti dei punti di vista che rimettevano in discussione gli statuti stessi delle discipline oltre che i codici e i linguaggi, con esiti dirompenti. Rievocare oggi in brevi flash il mondo del design italiano in quegli anni significa ripensare a figure anticipatrici e profetiche come Bruno Munari e Joe Colombo per citare solo due tra i tanti nomi di progettisti che furono capaci di ridisegnare in chiave moderna e industrialmente realistica il rapporto tra forme, usi, costumi, materiai e funzioni. Questa mostra è quindi solo uno spunto per la costruzione del grande affresco che ritrae la modernizzazione culturale e materiale in Italia dai primi anni 50 alla fine degli anni 70. La vicenda politica del 68 si inscrive in questa generale revisione dei rapporti tra istituzioni e individuo tra società e collettività, tra morale comune e coscienza individuale, tra principio di autorità e autonomia creativa,verso una libera revisione dei rapporti nella gerarchia istituzionale tra il potere e l’individuo. Ciò che il 68 mise in discussione irreversibilmente fu di fatto il modo di trasmissione gerarchico del sapere e della morale. L’estetica che ne conseguì fu varia e contraddittoria. Gli scenari che l’iconografia di quegli anni ci presenta sono illuminanti nel rilevare accanto alle forme di una estetica rivoluzionaria quelle di un sorprendente conformismo di sinistra. Il design, per sua vocazione, si fece interprete del sommovimento culturale e linguistico nello spazio abitato e nella casa intesa come spazio di autorappresentazione e di relazione sociale con nuove libertà nella scelta dei codici capaci di rappresentare una nuova modernità. Il design come arte utile si fece strumento di revisione,evoluzione e rivoluzione proponendo modelli di rinnovamento nell’uso dello spazio abitabile e nuove simbologie domestiche attraverso oggetti e forme industriali inedite ed economicamente accessibili. E non fu poca cosa. Immaginare di far coincidere questo percorso con le vicende sociali e politiche del 68 è probabilmente un azzardo dal momento che l’etica e l’ideologia di quegli anni portarono le pulsioni ludiche, giocose e anarcolibertarie del 68 verso la cupa e criminale conflittualità della lotta armata con la fine di ogni utopia.

 

  • DATA:

    2018

  • COMMITTENTE:

    Mediamond

  • LUOGO:

    Anteo Palazzo del Cinema, Milano

  • PROGETTO CON:

    Francesca Molteni / Muse

  • COLLABORATORI:

    Rossella Zarabara