Te lo do io il Design 14 giugno h. 20,30
al Caffè de La Triennale
Nato alla fine della guerra, in una famiglia benestante milanese, Franco Raggi da bambino ha visto girargli intorno e poi entrargli in casa buona parte della storia del design italiano: dalla 1100 Fiat alla Giulietta Sprint bianca, dal portasci Kartell (costruito in Nastricord della Pirelli e disegnato da Roberto Menghi e dall’ing. Carlo Barassi, amico di Giulio Castelli e in seguito socio fondatore di Arflex) alla Olivetti Lettera 22 che entrò in casa Raggi nel Natale del ‘59.
Suo padre, cardiologo, aveva come paziente e amico Marco Zanuso per cui fu tra i primi ad acquistare la Radio Cubo TS522 della Brionvega, versione rossa! Da lì a poco, anche il televisore, fino allora bandito in famiglia, fece il suo ingresso, nel formato minimo del portatile Algol, sempre di Zanuso, che il padre di Franco chiamava ‘Il divino Marco’.
Così nel 1962 Franco Raggi si abbona a Domus e l’anno dopo si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico dove si laurea nel 1969.
Nel 1970 inizia una carriera che lo vede attraversare da protagonista 50 anni del design e dell’architettura italiani, sia come artefice che come teorico e voce narrante.
Non stupiamoci quindi se il suo CV supera di gran lunga le 18 pagine del modesto ex Presidente incaricato, che per voi abbiamo ridotto a 18 righe, lasciando però l’elenco dei progetti, da cui si evince una vastità che corre dalle lampade agli ospedali, dall’alta moda ai disegni di architettura.
La sua mostra del 2017: “Sotto un’altra luce”, i gioielli di Gianfranco Ferrè, nel Museo di Palazzo Madama a Torino, è stata giudicata una delle più belle dell’anno e una pietra miliare nell’exibit del gioiello.
Di certo con il prode Kin ne vedremo delle belle e l’origine di questo nomignolo che lo accompagna da tempo, sarà la prima domanda che gli faremo.
Ci porterà a vedere oggetti primigeni e altri segni potenti, raccontandoci storie poco conosciute e veraci del design italiano.
W KIN!